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figli rinascita storie
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Genitore single, genitore separato, genitore moderno o semplicemente genitore?

La notte mi pongo molte domande simili, pensando al futuro, sapendo che un/una figlio/a é un essere umano in continua evoluzione. Un bimbo piccolo richiede molto impegno, soprattutto quando si é soli in casa, ma da grande avrà bisogno di chiarimenti, di comprendere il proprio ruolo, di sapere di più sulla sua vita: Perché tu e mamma siete divisi? Perché se noi siamo una famiglia non viviamo assieme e non facciamo cose assieme? Perché devo scegliere chi vedere a Natale? Potrei continuare all’infinito, ma penso di aver reso l’idea.

Personalmente, vengo assalito da ansie e sensi di colpa immaginando le parole che dovrei usare per non ferirla (io ho una figlia), perché davvero non saprei scegliere. “Forse immaginare può solo confondere e complicare le cose, magari sarebbe meglio arrivare a quel giorno e vedere cosa viene fuori”. Ma anche se mi ripeto questo mantra più volte al giorno non riesco ad evitare che i pensieri vadano lì e mi chiedo: la farò soffrire? E, visto che sempre più coppie si lasciano, un giorno questa situazione potrà essere vista come una normalità?

E quindi sarò meno imbarazzato a dirle che, come per la sua amica di scuola che ha i genitori separati, anche lei potrà avere una vita “tranquilla”. Ma é davvero questo che voglio insegnare a mia figlia? Che la normalità significa essere separati, fare figli e poi viverli così? No di certo. Avendo fatto questa lunga premessa con alcuni dubbi e domande partorite dal mio inconscio, in realtà comprendo che la domanda regina in tutto questo é una: cosa penserà da grande lei di me?

Forse le dirò: ho capito che dagli errori nascono cose belle. Da un errore é nata la penicillina, da un altro la torre di Pisa

Già, credo che tutti i genitori facciano del loro meglio per essere amati dai propri figli quando saranno adulti, ma i genitori separati sono di certo messi peggio. La paura di essere visti in modo negativo rispetto all’altro genitore potrebbe spingerci a viziare i nostri figli senza comprendere che facciamo più male che bene. Quindi si inizia una sorta di competizione con l’ex che ci spinge a fare tanto, a volte troppo. Riflettendo e confrontandomi

con esperti del settore, ho compreso che in realtà tutti noi dovremmo iniziare a pensare al benessere basilare dei nostri figli, capire che il futuro non é qualcosa che si può controllare, premeditare o addirittura schematizzare. Citando Lorenzo de’ Medici, che visse qualche secolo fa ma é ancora attuale (facendoci comprendere che la modernità coinvolge sempre il passato) “Chi vuol esser lieto sia, di doman non c’é certezza”.

Già, cari amici e purtroppo compagni di avventura, ciò che sarà nel futuro il pensiero dei nostri figli, lo costruiamo quotidianamente donando il più possibile amore e serenità. Facendoci sentire presenti anche a distanza, con una telefonata breve o lunga che sia, con un gesto di affetto che ai nostri occhi può sembrare piccolo, come una carezza o un abbraccio, evitando di farci vedere stressati o competitivi, di parlare male dell’altro, di organizzare le cose secondo un piano. In poche parole vivendo al massimo questa stupenda esperienza che la vita ci ha donato. Dando educazione e amore, amore, tenendo a mente che pur essendo il loro modello siamo un modello di genitore “umano”, non robot e tantomeno perfetti.

Quindi l’unica cosa che davvero farà la differenza sarà fargli capire l’imperfezione di ognuno di noi, ricordando un vecchio detto “Sbagliando s’impara”. Io a volte chiedo a mia figlia di spiegarmi delle cose, ad esempio un cartone animato che conosce meglio di me, e poi ne spiego una io a lei; così facendo entrambi conosciamo i nostri saperi ed esploriamo i nostri limiti, completandoci a vicenda e instaurando un rapporto profondo.

Un giorno i nostri figli potranno anche odiarci per aver sofferto indirettamente le nostre scelte, non sta a noi deciderlo, però sapranno scindere e comprendere il bene e il male solo se prima gli avremo donato gli strumenti per farlo.

Cosa dirò un giorno a mia figlia?

Difficile dirlo con certezza, ma forse le dirò che sarà anche stato un errore lasciarci con sua madre e che sarebbe stato meglio stare uniti, ma queste cose non si scelgono e spesso non sono possibili.

Di certo non é stato un errore averla creata, e se oggi sono suo padre é perché ho reagito a tutto questo scegliendo di esserlo, mi sono assunto le mie responsabilità senza sapere a cosa sarei andato incontro.

L’ho fatto perché nella vita ho compreso che dagli errori spesso nascono cose belle: da un errore é nata la penicillina, da un altro il cono gelato e da un altro ancora la Torre di Pisa, famosa in tutto il mondo.

Nel mio piccolo ho commesso l’errore più bello della mia vita, l’unico al quale oggi non potrei rinunciare.

—— di Marco Ciampoli

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