“La verità, vi spiego, sull’amore” è un film che parla dell’Amore. Una delle parole più usate al mondo ma troppo spesso utilizzata in maniera superficiale o addirittura detta a caso o con leggerezza. Il film tratto dall’omonimo romanzo, scritto da Enrica Tesio (vi consigliamo fortemente di seguire il suo blog: https://tiasmo.wordpress.com/ ) una scrittrice torinese simpatica e pungente, che ha raccontato in modo semplice e non autocommiserante la sua separazione, gestita con amore genitoriale verso i suoi figli e tenerezza per quello che c’è stato con il suo ex.
E’ un film dolce e simpatico che certamente vi strapperà qualche risata, Dora (Ambra Angiolini) viene improvvisamente lasciata dal compagno (Massimo Poggio) dopo 7 anni di relazione e due figli piccoli. E si trova a dover affrontare la complicata routine quotidiana, da sola, insieme a tutto il fardello di sensi di colpa e di fallimento che una separazione di quel tipo comporta.
Dice il regista del film, girato a Torino, Max Croci:
“La verità, vi spiego, sull’amore” è un film che, come potete ben immaginare, parla dell’Amore. Una delle parole più usate al mondo ma troppo spesso utilizzata in maniera superficiale o addirittura detta a caso o con leggerezza. Il suo punto di vista è infatti fortemente ironico, non è la “cronaca di un disamore” raccontata con il cuore lacerato, ma una presa di coscienza dove la sofferenza viene combattuta con la grinta e il cinismo di una donna che non cede.
“La verità, vi spiego, sull’amore” non ci rivoluzionerà la vita, ma ci darà modo di pensare un po’ più a fondo sul rapporto di coppia, sull’amore verso i figli, sull’evoluzione che può portare una storia ad una frattura, sul fatto che spesso nessuno dei due amati ha colpe, ma a volte l’amore come viene se ne va. Così per una coppia che si scioglie una si forma. Come il titolo di un film di Blake Edwards, “That’s Life”…
Aggiunge l’autrice del libro Enrica Tesio:
Quando ho aperto il blog, dopo la separazione, in molti hanno parlato di “scrittura terapeutica“. Poi è venuto il romanzo e alla fine il film. Non so se ha funzionato ma certamente è stata la terapia più lunga e intensa della storia moderna. Quello che ho capito è che se qualcuno ti ha piantata la cosa migliore che puoi fare è dare frutti, trasformare qualcosa di potenzialmente deprimente in un’esperienza piena. Essere lasciati, soprattutto con dei figli piccoli, acuisce i sensi: quello di inadeguatezza, di abbandono, di colpa, ma se sei un po’ fortunato anche quello dell’umorismo. Io quel senso dell’umorismo l’ho ritrovato in tutte le persone che hanno lavorato a questo film. Persone che condividono con me un romanticismo un po’ cialtrone, quel “ridere nel pianto”.
Per festeggiare il primo ciak sono uscita dall’ufficio, ho comprato del gelato, sono tornata a casa e ho detto a Marta e Lorenzo: «Bimbi, lo sapete che stanno girando il film dal libro di mamma?». Mi hanno guardato perplessi e il più grande ha risposto: «Vabbè, anche papà ci fa sempre i film con l’iPhone». Vorrà dire che punteremo tutto sul pubblico, la critica a quanto pare si è già espressa»