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rinascita Sesso storie
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Sara, avevi mai usato un sito di incontri per conoscere qualcuno?

No, era la prima volta e un po’ mi vergognavo, anche perché ho sempre avuto l’idea che i social per incontri fossero un po’ per quei disperati che nella vita reale non riescono a conoscere persone. Poi ho pensato: ma se io che sono un tipo cool mi ritrovo su un sito di incontri, perché non potrebbe esserci anche un ragazzo cool? E così mi sono iscritta ad uno di questi siti gratuiti. Quale é stato il primo impatto? All’inizio ho guardato un po’ da sola come funzionava per capire come muovermi: chiedeva una descrizione, delle foto, la cosa un po’ mi scocciava, devo dire la verità, quindi ho messo semplicemente la foto profilo che ho anche su Facebook. Molte delle foto che vedevo pensavo fossero finte, tutti modelli e attori con foto patinate, mah, non ero molto convinta. Qualcuno aveva la foto in costume, qualcuno un selfie, qualcuno la foto dei peli del petto, non é facile scegliere una borsa su un catalogo, figuriamoci un ragazzo. Ero molto molto scettica.

Il primo approccio?

Mi hanno scritto diversi ragazzi, cose un po’ scontate, frasi fatte, e poi mi sembrava strano che tutti quelli a cui chiedevo da quanto fossero su quel sito mi dicessero meno di una settimana e che io ero il primo contatto. Che fortuna, pensavo. Certo non sarebbe stato un gran biglietto da visita dire che erano on line da un anno senza raccattare paglia. Dopo un po’ di scrematura ho conosciuto un ragazzo simpatico, di un paese vicino alla mia città, e abbiamo deciso di vederci. Un aperitivo, niente di impegnativo, la serata é andate bene, lui ha rispettato i suoi spazi e tutto é finito lì. Ogni tanto ci scrivevamo per sapere se avessimo trovato l’amore della nostra vita.

E poi?

Ho iniziato a chattare con un altro ragazzo, carino, foto chiaramente autentiche, riccioli mori, gradevole nei modi, simpatico, insomma interessante. Non é mai stato invadente, ci siamo scambiati i numeri di telefono per comunicare con Whatsapp e abbiamo iniziato a sentirci tutti i giorni. Accento romagnolo, solo audiomessaggi e messaggi, niente chiamate, tutto sul virtuale, lui viveva in un’altra città quindi ci siamo detti che sarebbe stato inutile vedersi. Ma ci divertivamo molto a scriverci, c’era feeling, mi ero invaghita di lui, la mattina mi svegliavo e mi piaceva trovare il suo messaggio del buongiorno, durante la giornata la mente fantasticava, e la cosa é andata avanti un paio di mesi, ormai parlavo di lui alle mie amiche, era diventata una persona reale e presente nella mia giornata.

E avete deciso di incontrarvi? 

A un certo punto mi dice: senti, io vengo a trovarti, dobbiamo conoscerci. Ero spaventata ma anche emozionata, la voglia di scoprire che corpo aveva, vedere gli occhi, sentire la voce, e poi ormai desideravo baciarlo. Abbiamo fissato nella piazza centrale della mia città, io sono sempre in ritardo, quei 10 minuti accademici, ma quella volta ero in anticipo, ero davvero emozionata, carica di aspettative, di sensazioni e di cose scritte che mi vagavano in testa. Proprio come nei film la folla si é aperta e ho riconosciuto il suo viso, i suoi riccioli neri, e il primo pensiero é stato: oddio, ma come cavolo é vestito? Un abbigliamento a metà fra un nerd e un hipster ma senza stile. Va bene che le donne quando hanno un appuntamento si preparano e si lustrano per ore, ma lui esagerava al contrario, sembrava avere quei vestiti da giorni, stropicciati e anche un po’ infeltriti. 

E ti sei bloccata? 

No, ho detto vabbé, non fermiamoci ai vestiti, ci siamo scritti per due mesi, proviamo ad andare oltre. E che strano, dicevo, il ragazzo di cui ero invaghita e che non conoscevo aveva improvvisamente delle mani, un corpo, una bocca, anche se non perfettamente in linea con quello che avevo idealizzato, lo facevo più alto, l’accento bolognese ed il ricciolo me lo avevano fatto associare a Stefano Accorsi, un tipo semplice ma curato, simpatico, non troppo ricercato o pesante. Ci incamminiamo, lui mi prende la mano e io mi irrigidisco un pochino, mi sembra che uno sconosciuto mi tocchi, invece é lui, oddio, che sensazione strana, vorrei scrivergli, dire al mio ‘lui’ della chat cosa sto provando, ma lui é lì, é difficile vivere questa ricongiunzione di corpo e mente. Faccio una battuta, lui ride, ma come ride strano? Sento una vampata di calore salire sul mio viso, no, non ci siamo, rimango basita per come ride male, gli ballano le spalle, non so, non saprei dire cosa mi infastidiva, solo non era come lo avevo immaginato, fine dei discorsi. Andiamo a mangiare qualcosa, e lui molto affettuosamente cerca sempre il contatto, io mi sento sempre più a disagio. La chiacchierata é piacevole, anche se mi rendo conto che ci sono delle cose sfuggite alla chat che sono totalmente incompatibili: é fissato con i video game, con i cartoni animati e i fumetti giapponesi. Per carità, sono hobby legittimi, ma nella mia mente ormai era scattato allarme rosso. Abbiamo camminato tutto il pomeriggio fino a ritrovarci alla stazione, dove doveva riprendere il  treno. Lì ci siamo baciati, un bacio dovuto, atteso, programmato, immaginato, idealizzato, sognato. Ma é stato terribile, mi sono sentita invasa, una delle sensazioni più brutte della mia vita. 

E come ne é uscita? 

Il treno é partito e io sono tornata verso la mia auto. Arrivata all’auto ho avuto l’impulso di prendere il telefono e scrivere non a quello che era appena partito ma al mio amore virtuale. Ho posato il telefono e ho cominciato a piangere. Ho pianto per diversi giorni dandomi della stupida, facendomi mille domande, cercando di capire a che punto avevo iniziato ad idealizzarlo, dove avevo sbagliato. Quel giorno ho dovuto staccarmi da una persona che mi piaceva moltissimo e baciarne una che non mi era piaciuta per nulla. 

E ha riprovato con altri? 

Assolutamente no. Mi sono cancellata dai social, da ora in poi solo incontri reali, voglio vedere il sorriso e sentire l’odore della pelle prima ancora di conoscere il nome. L’immaginazione e le aspettative hanno un potere troppo grande. 

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